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Tratto da Il Denaro questo breve specchietto illustrativo del credito d’imposta disciplinato nel Decreto Sviluppo (Vedi la miniguida prima della conversione), in fase di conversione. Di seguito si illustra il meccanismo a favore delle imprese come emendato in sede di conversione.

Tre tipologie di credito d’imposta è una delle novità principali contenute nel maxiemendamento al decreto legge sullo sviluppo approvato ieri dalla Camera dei Deputati con 317 voti favorevoli e 293 contrari (due gli astenuti). Ora il provvedimento passa al Senato che ha tempo fino al 12 luglio prossimo per concedere il via libera.
Sono previste tre diverse linee di agevolazione fiscale.
La prima riguarda i lavoratori svantaggiati del Sud. L’impresa che effettua l’assunzione con contratto a tempo indeterminato entro 12 mesi dall’approvazione del decreto può beneficiare di un bonus pari al 50 per cento dei costi salariali. Il credito decade qualora il numero dei nuovi posti creati non viene mantenuto per 3 anni dalle grandi aziende e 2 stagioni dalle piccole e medie imprese o se si verificano delle violazioni. Chi vìola le regole deve restituire le agevolazioni percepite.
La seconda tipologia di credito d’imposta è concessa alle aziende che investono nel Mezzogiorno ma rispetto al passato è stabilito un limite massimo in ragione delle risorse finanziarie pubbliche disponibili.
L’ultima forma di riduzione fiscale è prevista per le imprese che investono in progetti di ricerca realizzati da università, enti pubblici o ospedali di eccellenza: potranno beneficiare di una detrazione pari al 90 per cento dell’investimento aggiuntivo rispetto alla media degli stanziamenti effettuati per la ricerca nel triennio 2008-2010. Delle tre misure quella sull’occupazione attende il via libera da Bruxelles che deve autorizzare l’utilizzo di fondi comunitari.